Dal 23 Dicembre è disponibile il nostro nuovo disco: Mephisto Potato Sauce.
Mephisto Potato Sauce è un concept album, che raccoglie testimozianze, storie, leggende, miti, fatti reali dei contandini vissuti nell’ entroterra veneziano dagli anni 30 a fine anni 40.
Le vicende raccontate nel disco provengono da racconti orali che si sono tramandati negli anni e gli unici tesorieri che custodiscono ancora queste storie sono gli anziani, infatti nessun libro raccoglie queste memorie che stanno ormai scomparendo.
Registrato agli Ectoplasmic Studio di Marco Fasolo (Jennifer Gentle) in presa diretta nel Settembre del 2006 e pubblicato in edizione limitata nello stesso anno per il nostro tour americano ora viene pubblicato ufficialmente in versione deluxe con libretto 10 pagine formato 15x15 cartonato e con le bellissime illustrazioni del grande disegnatore Gianluca Maconi.
Il disco vede ospiti illustri come Alessandro Grazian al Banjo e Mandolino e Andrea Garbo (ex Jennifer Gentle ora con Il Genio) alla chitarra.
Il disco ha visto inoltre la collaborazione di Levon Helm e Garth Hudson durante la lavorazione.
Il disco è prodotto e distribuito in Americana dall' etichetta Ancient Records di Woodstock, New York. Presto sarà distribuito nei negozi Italiani ed Europei attraverso un distributore inglese, a Febbraio sarà disponibile per download digitale anche su I-Tunes, Amazon ecc..
CLICCANDO QUI
PER I CLIENTI ITALIANI IL COSTO COMPRENSIVO DI SPESE DI SPEDIZIONE E' DI CIRCA: 14.30 Euro.
Nel sito della Ancient Records è possibile ascoltare i brani del disco.
Una stradina tra due fossi...
ovvero un introduzione a Mephisto Potato Sauce
L’idea più comune che si ha dei Veneti è che siano una popolazione solida e concreta poco incline a qualsiasi tipo di leggerezza, lavoratori instancabili che poco indulgono in questioni che non siano di pura natura pratica.
Le campagne venete d’inverno si vestono di una spettrale tunica bianca stracciata qua e là dagli artigli di antichi alberi neri impregnati di umidità e di storie paurose; i fossi come enormi fauci si aprono ai bordi di una stradina di sassi che sembrano voler inghiottire, il fango ghiacciato brilla come oro nella notte, i campi sembrano un mare nero.
Non si può stare certo indifferente a uno spettacolo del genere, soprattutto se si ripropone ogni anno dal giorno in cui si è venuti al mondo, eppure sembra che il Veneto del giorno d’oggi rinneghi la magia che lo circonda. Non è sempre stato così. Ci sono stati anni in cui la paura e la fame si mescolavano alla nebbia e attraversavano i corpi come fantasmi, in quel tempo non si poteva fingere come ora e bisognava ammettere di essere vivi.
Il male e la disperazione erano sempre dietro l’ angolo: una grandine, un’influenza, una caviglia spezzata rappresentavano il baratro, la morte aleggiava in quella stradina sbranata dai fossi; la vita nei cuori batteva forte e c’era il coraggio di difenderla.
Esisteva anche una mitologia veneta, che contemplava un piccolo universo di creature soprannaturali, orchi, fate e folletti, che sono sopravissuti fino a quando i contadini si sono trasformati in operai, in quel periodo frenesia e rate della macchina da pagare li hanno quasi sterminati.
Diciamo quasi perché camminando in quella stradina tra i fossi il dubbio che qualcuno di essi ci sia ancora viene.
E’ chiaro come queste creature siano frutto dell’immaginazione di un popolo che aveva bisogno di qualcosa che andasse oltre una realtà fatta quasi esclusivamente di fatica e sacrifici, ed è appunto questo che ha spinto The Beards a comporre brani che parlassero di loro, perché questi esseri rappresentano il sussulto dell’ anima di un mondo che non esiste più, la campagna nella quale le mani ancora forti dei nostri nonni imbracciavano i badili come lance e le conficcavano nel ventre della terra.
Nessuno ha mai osservato il Veneto da questo punto di vista, The Beards pensano che i miti e lo spirito dell’antico contadino delle loro parti siano tanto suggestivi da meritarsi un disco, un disco che abbia la velleità di essere anche internazionale e compositivamente così vario da non essere relegato a un genere specifico.
Queste sono le premesse di Mephisto Potato Sauce, un tributo ai nostri nonni, uno scrigno di misteri, un’opera che vuole considerare la lotta tra il bene e il male da una angolatura inedita. Il Blues è sempre stato un buon mezzo per attraversare i cammini più oscuri e il Blues è patrimonio di chi ha bisogno.
Un bicchiere di vino qui è ancora il confine tra le porte del paradiso e i cancelli dell’ inferno, chi ha percorso quella stradina d’inverno lo sà.
1 commento:
ricevuto, congrats. recensione su jam di febbraio.
grazie
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